Borgo di Montebello

Il Borgo di Montebello si è preservato a noi così intatto così da regalarci un'ambiente ricco di storia, fascino e mistero.

La bellezza non risiede solo nel suo nome, ma anche nel panorama che offre, dominato dalla quattrocentesca Fortezza Malatestiana di Torriana, - appartenuta successivamente ai Borgia e ai Medici.

La storia racconta che proprio nei  sotterranei di questa fortezza sia stato ucciso Gianciotto Malatesta, resosi tristemente famoso per l’uccisione dei noti amanti, la moglie Francesca e il fratello Paolo, celebfrati nella Divina Commedia di Dante.

Montebello di nome e di fatto, per l’amenità del suo borgo e del millenario Castello, in cui dimora la leggenda del fantasma di Azzurrina. All’abitato di impianto medievale si accede per un’unica via, attraversando una porta fortificata che oltrepassata, permette di godere gradevoli atmosfere. 

Un po' di storia

Il borgo è dominato dal Castello di Montebello, costruito intorno all'anno 1000 a scopo difensivo e divenuto  residenza nobiliare, con l’adattamento che subì nella seconda metà del ‘400.

Il mastio è parte dell’originale struttura mentre gli ambienti interni e la bella corte risalgono al XV secolo quando ai Malatesta subentrarono i conti Guidi di Bagno, infeudati dal Papa nel 1463 e tuttora proprietari.

La visita al Castello riserva gradite sorprese grazie ai tesori custoditi fra cui  un mobilio di pregio di varie epoche (secc.XIV-XVIII), una collezione di pesantissimi forzieri e cassapanche tra cui ne spicca una che ha come coperchio una tavola islamica del 1000 che, si dice, sia stata portata dalle Crociate. 

Fantasmi & leggende

La leggenda di Azzurrina 
La leggenda di Azzurrina è una delle più famose dell'entroterra di Romagna e trae le sue fondamenta da un fatto di cronaca realmente accaduto.
Guendalina Malatesta è figlia di Ugolinuccio da Montebello, signore di un castello su un cucuzzolo nei pressi di Torriana, nel riminese, verso la metà del 1300. 
Guendalina è una bimba albina, ma splendida. Chissà cosa scatenava nelle fantasie della gente in quei tempi l’essere albini: zampino diabolico, magia!
Il padre faceva sempre scortare la piccola Guenda da due guardie e non le permetteva di uscire di casa per via del pregiudizio popolare.  

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La mamma dal canto suo, nel comprensibile desiderio di alleviare questa diversità, le tingeva i capelli con intrugli vegetali che le davano riflessi azzurri, come i suoi splendidi occhi azzurri. Ecco perché piacque chiamarla Azzurrina. 
Il 21 giugno del 1375, solstizio d'estate, Azzurrina, sempre vigilata dai due custodi, giocava nel castello con un rotolo di stracci perché fuori è un tempaccio poco raccomandabile. La bambina insegue la palla caduta in una botola sotterranea e scompare.
Le guardie sentono un urlo, si precipitano a vedere e cercare, ma non trovano, e non si troverà più, né la bambina, né la palla! 
Azzurrina però è nel castello (che ora si chiama Rocca dei Guidi di Bagno) e si fa sentire nel solstizio d'estate ogni cinque anni quando l’anno finisce per 0 e 5! 

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