Borgo di Casteldelci
Il Borgo di Casteldelci racconta una storia antica che passa dalla preistoria fino ad arrivare al medioevo di Dante.
Ma è anche una vera e propria "immersione" nella natura e non a caso Casteldelci è conosciuto anche come “mare verde”, ricco di sentieri e mulattiere, percorribili a piedi, a cavallo o in mountain bike, offre l’autentico paesaggio appenninico.
Nelle vie di questo piccolo borgo storico ha camminato Dante, ospite di Uguccione della Faggiola durante il suo triste esilio, e lo avrebbe ospitato Dante Alighieri ricevendone in cambio, come afferma Boccaccio, il testo autografo dell’Inferno, in dedica assoluta.
Alcuni storici e critici letterari vedono proprio nella figura di Uguccione il famoso "Veltro" capace di unificare le sorti dell’Italia, come scrive Dante nel Canto dell’Inferno.
Ci sono tante cose da non perdere durnate una visita a questo splendido borgo.
Torre Campanaria
Risale al 1100 con funzione difensiva, poi divenuta il campanile della vicina chiesa di San Martino.
Casa Museo “S. Colarieti” Museo Archeologico “Uguccione della Faggiola”
È un’intima, tipica abitazione montanara Cinquecentesca con camino e forno per il pane, che raccoglie, in un rinnovato allestimento museale, reperti relativi alla preistoria e protostoria locale nonché all’età romana e medievale.
Da non perdere, durante la visita.
Un po' di storia
I primi documenti che la menzionano Casteldelci risalgono al XII secolo, con la definizione di “Casale d’ilice”, dal latino Castrum Illicis, letteralmente “fortificazione vicino ai lecci”.
Ma reperti di epoca preistorica suggeriscono origini molto più antiche. Da ricognizioni territoriali e scavi risultano di grande interesse i resti della colonizzazione romana: insediamenti con fattorie, strutture artigianali e necropoli.
Popolato ininterrottamente nelle varie epoche grazie alla presenza di sorgenti perenni, raggiunse il suo splendore nel Medioevo, quando la particolare collocazione geografica favorì gli insediamenti fortificati. Tra questi meritano menzione quelli dei Signori della Faggiola, il cui nome è lo stesso dei monti omonimi su cui sorgevano le loro rocche, che, si dice, fosse dovuto ai faggi che ancora oggi li ricoprono.
Opsite d'eccezione, in questo periodo fu Dante Alighieri, che trovò proprio in questi luoghi un rifugio al suo esilio e un amico fidato a cui confidare le sue pene.
Fantasmi & leggende
In una località con una storia così antica non potevano mancare aneddoti e cuorisità.
A Monterotondo il guaritore della regina
Monterotondo oggi è parte dell’isola aretina all’interno del Comune di Casteldelci. Qui c’è ancora la casa, un grande palazzo, dove nacque, visse e fu sepolto, Nicola Gambetti, un uomo speciale che tutti dicevano possedeva poteri soprannaturali.
Era un guaritore molto capace, sapiente e profondo conoscitore delle erbe medicamentose, possedeva tanta esperienza ed aveva un ottimo successo con le cure che propinava.
Queste furono doti che lo portarono ad essere persino chiamato dalla regina Margherita di Savoia che non riusciva a partorire. Il tempo era da molto superato e il principe non nasceva, nonostante la corte avesse consultato i più grandi medici. Solo Nicola Gambetti vi riuscì, la regina partorì senza problemi e il principe nacque perfettamente sano. Da allora fu dichiarato medico per decreto reale.
Anche suo fratello, che si chiamava Peppino Gambetti, possedeva dei poteri, ma nel suo caso di trattava di una forza strepitosa, anche in questo caso ritenuta naturalmente sovrannaturale. In molti hanno tramandato storie incredibili su di lui, poiché la sua forza gli permetteva di sradicare alberi giganteschi, sollevare e spostare enormi pesi.
Uguccione della Faggiola e Dante
Sul Monte della Faggiola Nuova, nel comune di Casteldelci, e la conferma è venuta anche in seguito a recenti scavi archeologici, si incontrano i ruderi del castello del Capitano Uguccione della Faggiola, signore trecentesco di Casteldelci.
Fu molto importante nel suo tempo. Basti dire che fu Podestà di Arezzo, Pisa, Lucca e fu vicario dell’Imperatore Enrico VII a Genova. Nel suo castello soggiornò Dante durante il suo esilio e l’amicizia fu molto importante.
Nel percorso d’accesso La Fonte della febbre nata dalle lacrime del pentimento di Uguccione, posta lungo la strada detta “La strada di Dante”. Dal torrente Senatello, zona Mulino del Rio fino al centro storico, dove s’incontra una Torre che fu parte del primo e più antico castello della signoria, c’è invece “Il sentiero di Dante” che comprende il bellissimo ponte medievale ad unica arcata che è, dopo quello di Tiberio, il più antico della Valle.