Castello Malatestiano di Santarcangelo
Il castello di Santarcangelo ha un’anima eclettica: sa come assecondare le diverse esigenze dei turisti, sia che si tratti di organizzare un meeting di lavoro, una conferenza o un evento culturale, sia che abbiate scelto di trascorrere qui la vostra vacanza o la prima notte di nozze.
La Rocca Malatestiana viene incontro ai visitatori e agli ospiti accogliendoli nei suoi differenti ambienti: la Sala Convegni, la Sala Malatesta, la Sala del Coro, la Sala d’Estate, la Torre dei Paesaggi e la Torretta dei Tramonti.
Il Castello di Santarcangelo è aperto al pubblico ed è possibile visitarlo anche con l’accompagnamento di una guida che saprà illustrare minuziosamente la storia di un monumento al centro della storia della Romagna, svelandovi i suoi piccoli e grandi segreti.
Porte aperte alla Meraviglia.
Un po' di storia
Già nel Codice Bavaro si hanno prime notizie dell’esistenza di un “chastrum sancti arcangeli” sul Mons Iovis, verso la fine del IX secolo. Una fortificazione che fece sempre da sfondo e da imponente quanto silente spettatore a intense e tormentate congiure, come l’infinita lotta tra Guelfi e Ghibellini e poi le contese tra le signorie dei Malatesta e dei Montefeltro.
Il dominio dei Malatesta, in particolare, fu decisivo: il dantesco “Mastin vecchio” presidiò il castello in occasione del suo passaggio a capo della parte guelfa. Forse è per quest’ultima circostanza che alcuni studiosi hanno ambientato anche tra le mura della Rocca il famoso racconto dantesco di Paolo e Francesca.
Fu nel XIV e nel XV secolo che i Malatesta riuscirono ad acquisire il dominio incontrastato su tutta la vasta area circostante Rimini. E fu soprattutto ad opera di Sigismondo Pandolfo Malatesta che il fortilizio di Santarcangelo assunse, al termine dei lavori nel 1447, la configurazione definitiva che ancora oggi conserva.
Il castello ha, infatti, subito nei secoli un netto mutamento per quanto riguarda la sua grandiosità. La sua primigenia fisionomia era quella di un enorme torrione innalzato da Carlo Malatesta nel 1386 per mettersi al riparo dagli attacchi dei suoi nemici. Fu poi Sigismondo Pandolfo a capitozzare la torre ritenuta tra le più alte d’Italia e, con il materiale di risulta, costruire l’attuale struttura del castello. In seguito la Rocca Malatestiana venne messa a ferro e fuoco da Cesare Borgia, nel 1498.
Successivamente la chiesa darà in enfiteusi il castello a diverse famiglie nobiliari, come i Zampeschi. Nel 1800 il castello venne quindi acquistato dal Conte Baldini (ricordato da una targa nel cortile interno) e dalla famiglia Massani che trasformarono la Rocca in una fattoria.
La Rocca Malatestiana venne poi acquistata dalla Contessa Eugenia Rasponi Murat, nipote della principessa Luisa Giulia Murat, figlia di Carolina Bonaparte, sorella di Napoleone e del generale francese Gioacchino Murat. Non avendo figli, la contessa Eugenia Rasponi Murat lasciò il castello al conte Spalletti, nonno della principessa Marina Colonna di Paliano che lo erediterà definitivamente nel 1992.
Fantasmi & leggende
Presenza di 5 pozzi rasoi dove Sigismondo Pandolfo Malatesta gettava i suoi nemici.