Borgo di Montescudo

Il borgo di Montescudo si affaccia sulle prime colline della Valconca, che lambiscono l’antica Repubblica di San Marino e dialogano con il Montefeltro.

I Malatesta ne fecero un avamposto importante, data la sua collocazione strategica adatta al controllo del territorio. Una posizione tanto felice da richiamare non solo visitatori ma anche nuovi abitanti. 

Una volta entrati al borgo troviamo perfettamente conservata una massiccia cinta muraria fatta erigere da Sigismondo Pandolfo Malatesta, e la sua impressionante altezza ed inclinazione avrebbe dovuto assicurare l'inespugnabilità della fortezza. 
Da vedere  la Torre Civica risalente al 1300,  la straordinaria singolare ghiacciaia (di epoca malatestiana) posizionata sul fianco del piazzale principale, i camminamenti ipogei, i passaggi segreti che dalla torre di vedetta lato mare portano alla rocca, il pozzo, la ripida scalinata e il grande intatto braciere.

Durante i lavori di restauro nel 1954, nella parte orientale delle mure, bastione centrale,  vennero trovate 22 medaglie raffiguranti Sigismondo ed il Tempio Malatestiano contenute in un vaso di terracotta. 
La frazione di Albereto,  piccolo nucleo di origine medievale,  è una splendida terrazza sulla riviera riminese. Attraverso un percorso guidato è possibile ripercorrere la storia del Castello: gli scavi archeologici del ponte levatoio; le tracce dell’antico oratorio di San Bernardino; la torre campanaria. 

Un po' di storia

Le origini storiche di Montescudo vanno ricercate negli insediamenti etruschi, celtici e romani che, in epoca augustea, ne fecero una stazione di posta.

Montescutulum è citato nel Diploma (962) di Ottone I ai Carpegna, ma con l’affermarsi dei Malatesta divenne fondamentale per il loro sistema di difesa, tenendo conto che i Montefeltro erano alle porte occupando i castelli vicini, tra cui il confinante Sassofeltrio. Poiché l’avamposto era da lungo tempo conteso tra le due famiglie, Sigismondo Pandolfo Malatesta volle edificare nel 1460 una robusta Rocca a scudo della città di Rimini, come afferma la lapide posta sul bastione meridionale.

Poderosa anche la cinta muraria in pietra con pareti a scarpa nelle quali è stato fatto un ritrovamento straordinario: un’anfora con 22 medaglie con il Tempio Malatestiano di Rimini così come avrebbe dovuto essere realizzato, e l’effigie di Sigismondo. 

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Sempre quattrocenteschi sono gli affreschi della “Scuola del Ghirlandaio” nella chiesa romanica di Valliano, a qualche chilometro dal centro. Il  cuore del centro storico è la Piazza del Comune con un pozzo centrale, un giardino sul bastione da cui si gode una vista amplissima verso la costa, una ghiacciaia di forma cilindrica e la sommità della Torre di avvistamento che era unita alla Rocca tramite cunicoli sotterranei. Autentico gioiello immerso nel verde, Albereto, borgo rurale dalla struttura fortificata, di origine romana, coinvolto nelle ripetute battaglie tra Malatesta e Montefeltro anch’esso ricostruito da Sigismondo, Signore di Rimini. 

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Fantasmi & leggende

Decisamente degno di nota è Albereto, un piccolo e grazioso borgo solo in parte abitato in cui sono presenti ben due ristoranti segno della propensione all'enogastronomia di questo territorio. La segnaletica posta all'ingresso del borgo definisce Albereto come un castello, definizione che appare eccessiva perchè assomiglia più a un borgo fortificato.

In questo luogo si respira una atmosfera di  grande pace e tranquillità percorrendo gli unici due vicoli e affacciandosi alla balconata si può godere di una splendida  vista sul mare e sulle colline.

Recenti lavori di restauro della pavimentazione della balconata in prossimità della torre campanaria hanno portato alla luce diversi corpi sepolti in tre ossari diversi, insieme a diversi elementi di corredo che accompagnavano i defunti come anelli in bronzo, medagliette con immagini religiose, braccialetti e crocefissi.