Ponte di Tiberio

Attraversata la centrale piazza Cavour e percorsa l’altra metà del corso d’Augusto verso nord, si esce dalla Rimini “romana” da un grande ponte a cinque arcate, in pietra d’Istria, che permette di scavalcare il Marecchia, l’antico Ariminus, il fiume che alla città ha dato il nome e il porto.

Questo ponte viene detto Tiberio, ma è stato iniziato da Augusto e compiuto da Tiberio (14-21 d. C.), come risulta dall’iscrizione scolpita con leggere varianti sulle due fronti interne del parapetto. Segna l’inizio della via Emilia.         

 

Punto di sosta da non perdere è la nuova piazza sull’acqua che, affacciata sull’invaso, consente un suggestivo scorcio del ponte di Tiberio e una passeggiata pedonale raso acqua sul bordo del bacino. Accanto, il nuovo parco  archeologico ‘Le pietre raccontano’ conduce alla scoperta della lunga storia del ponte e offre una terrazza panoramica verso il parco Marecchia.

 

Fantasmi & leggende

Curiosità riminesi. Storie e leggende di un ponte millenario.
Il Ponte del Diavolo.
L’antico Ponte di Tiberio è detto anche ‘Ponte del Diavolo’ secondo una leggenda secolare che ne racconta l’origine e la possenza.
Iniziato dall’imperatore Augusto nel 14 d.C. fu completato dal figlio adottivo Tiberio nel 21 d.C. Dal suo ultimo costruttore, questo mirabile esempio di tecnica romana, prese il nome e si rivestì della leggenda che ancor oggi accompagna le sue millenarie pietre.

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Ci vollero ben sette anni a Tiberio per portare a termine la costruzione del ponte di Ariminum, iniziata dal padre. I lavori procedevano molto a rilento perché spesso accadevano degli incidenti e parti appena edificate crollavano. Sembrava un’opera destinata a non vedere la luce e a minare la gloria dell’imperatore. Così Tiberio, dopo aver pregato invano tutti gli dei giocò l’ultima carta e interpellò l’unico essere soprannaturale che poteva metterci lo zampino: il demonio.

E come narra la leggenda pare che ce lo mise davvero. Tiberio lo invocò pregandolo di venire in suo aiuto. E questi lo fece: avrebbe costruito il ponte ma in cambio si sarebbe preso l’anima del primo che lo attraversava. All’imperatore non rimase che accettare e il diavolo simise all’opera. La costruzione del ponte fu terminata in una notte e risultò solido e imponente. Venne il momento dell’inaugurazione e il corteo ufficiale era pronto per la parata quando all’imperatore venne in mente che doveva liberarsi del patto col diavolo.

Tiberio allora ordinò che, in segno propiziatorio, prima di tutti, sul nuovo ponte, dovesse passare un cane. Così fu fatto e il diavolo, che aspettava la sua anima sull’altra sponda delponte, rimase a bocca asciutta. Schiumante di collera, decise di vendicarsiall’istante e buttare giù il ponte. Calciò più volte sulla pietra ma invano, era stato costruito troppo bene, era indistruttibile. Così se ne dovette andare ma a testimonianza di questo episodio rimangono alcune impronte caprine impresse su di una delle grosse pietre poste sul lato che guarda la città. Poiché è rimasto in piedi per quasi venti secoli, uscendo indenne dalle guerre, sopportando il traffico cittadino c’è da chiedersi se sia veramenteopera del diavolo!


Il Sasso del Diavolo

Esiste un’altra leggenda, o meglio un’altra versione della leggenda, riguardo al noto Ponte di Tiberio.

Ecco ciò che di essa si tramanda. Primadi mettere mano all’eccezionale impresa di portarlo a termine, l’imperatore Tiberio si rivolse al Padre degli Dei in questo modo: «Signore, dove mai potrò trovare il materiale idoneo per questa costruzione?» Il suo Dio rispose: «Al Monte della Perticara troverai macigni adatti e inabbondanza».

L’imperatore chiese come avrebbe fatto a portarli fino aRimini. Ecco dunque l’intervento del diavolo. «Solo il Diavolo ti può fare questo servizio e gli passerò una parola».

Questa la proposta: «Spirito delle tenebre, i romagnoli stanno costruendo un ponte sul Marecchia e hanno bisogno di te per il trasporto delle pietre da Perticara fino quì. Se ti presti ti darò chi per primo attraverserà il ponte». Il maligno accettò l’impresae si mise subito d’impegno. In poco tempo i lavori furono ultimati.

Ora toccava a Dio mantenere la sua parola ma questi fece attraversareil ponte per primo ad un cane. Il diavolo, deluso e arrabbiato, si rifiutò di trasportare l’ultimo carico. Così al Monte della Perticara è rimasto un masso, destinato al Ponte di Tiberio di Rimini ed così che nacque quello che chiamano il ‘Sasso del Diavolo’.

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