Riti e tradizioni della Pasqua

Scampagnata alle Grazie

Nella tradizione riminese il lunedì di Pasqua si trascorreva sui colli di Covignano. Di questa consuetudine si ha memoria fin dai primi dell’Ottocento. 

Le cronache raccontano che le donne, all’alba, prima della partenza cucinavano il coniglio o l’agnello e riempivano “la ligaza” – il pranzo al sacco - con piada, ciambella, uova sode e vino. La camminata impegnativa conduceva fino al Santuario delle Grazie dove si trascorreva la giornata.

 

Sui prati venivano stese le tovaglie per consumare i ricchi pic nic. L'affluenza di così tanti abitanti attirava numerosi ambulanti, che vendevano porchetta, pane, polli e vino, come in tutte le nostre sagre di oggi. La giornata terminava con le preghiere del Vespro.

Succedeva anche che la mattina del lunedì era dedicata, dagli abitanti di Borgo Marina, ad una sfida, un palio a dorso di somaro, anche più di uno sullo stesso animale dando poi origine al nome “Somar lungo”. La competizione si svolgeva intorno alla chiesa di San Nicolò dove i marinai si sfidavano davanti alle loro innamorate generando, a volte l’ilarità dei presenti, perché cadevano in modo scomposto.

 

Finita la gara si raggiungeva Covignano o a dorso degli asini, o a piedi come tutti gli altri abitanti. I veri fortunati erano i signori che viaggiavano in carrozza lungo la strada stretta e bianca.

Un’altra versione racconta che il “Somar longo” era una gara a chi conduceva più bambini da Rimini a Covignano in groppa al somaro, per vincere il salamino in premio. 

 

La versione moderna è andarci in bicicletta, con partenza da Marina Centro. E’ un'occasione per una scampagnata all'aria aperta con la famiglia o con amici, attraversando i luoghi della città, prendendosi il tempo per osservarli.