Borgo di Saludecio

Il borgo di Saludecio  si apre con la bellissima Porta Marina del Sec. XIV.

E' la porta di ingresso principale al paese, una bella struttura risalente all'epoca di Sigismondo Pandolfo Malatesta che, con gli edifici vicini, ci dà l'idea di quello che doveva essere l'insieme della fortificazione del paese. 

Con attorno un paesaggio dolce e allungato, il centro alterna palazzi raffinati e importanti edifici sacri alle più semplici case del borgo.

Una volta entrati nel borgo è possibile ammirare un ambientale e storico-architettonico decisamente unico.

Porta Montanara 
La porta Montanara è la porta fortificata della città che risale al Sec. XIV. Rivolta verso le colline interne e i primi monti dell'Appennino; da qui si controllano i confini con le terre dei Montefeltro gli avversari storici dei Malatesta. 
Torre Civica 
La Torre Civica, di origine medioevale,  caratterizzano il profilo di Saludecio visto da lontano e risale al Sec. XIV. Vi è murato lo stemma della città ed è utilizzata per mostre temporanee. 
Murales del borgo 
Un policromo ed originale museo en plain air si snoda fra vicoli e piazzette del centro storico di Saludecio alla scoperta delle Invenzioni dell’Ottocento: opere pittoriche dipinte ogni estate in occasione di 800 Festival sui muri delle case del Borgo (circa 50 opere) dagli artisti di “Genius Loci - Ar.Per.C.” (Associazione Culturale Artistica Ambientalista di Castellabate-Salerno). Per queste preziose caratteristiche, Saludecio oggi è uno degli elementi di spicco di AssIPaD (Associazione Italiana Paesi Dipinti) e di Res Tipica. 

Un po' di storia

Il borgo di Saludecio, come risulta dalle testimonianze, è di epoca romana e alto medioevale.

I Malatesta ne hanno fatto per tre secoli, a partire dal ‘200, un loro possedimento difensivo, per via del conflitto con i Montefeltro ma anche produttivo.

Sono intervenuti a consolidare rocca e cinta muraria che ancora caratterizzano l’assetto del centro storico che rivela appieno la sua struttura medievale, con il dedalo dei vicoli racchiusi dalle mura e le due monumentali porte di accesso per la difesa verso il mare e l’entroterra.

È per questo che anche dopo la disfatta della signoria - il fragile equilibrio crollò nel 1462 allorquando Federico da Montefeltro occupò Saludecio strappandola a Sigismondo e affidandola alla Chiesa - ha mantenuto il suo ruolo trainante, con potenti famiglie che costruirono palazzi e chiese di pregio, intellettuali e artisti che conquistarono grande fama: ne è testimonianza l’attività in loco di Guido Cagnacci che ha lasciato opere di inestimabile valore. 

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Ciò fino all’800, che si apre con splendore e prosegue con lo stesso tenore, tanto da dotarsi di istituzioni e servizi amministrativi che la trasformarono in capoluogo di vallata.

Ruolo non secondario nella vita cittadina quello del Santo Amato Ronconi, vissuto nel XIII sec. e nella devozione dei fedeli per i secoli seguenti, a cui sono dedicati Santuario e Museo. La volontà cittadina di aprire strade in direzione di una rinnovata ospitalità si evince dalla messa a punto di eventi come Saluserbe nel cui ambito è nato anche il Giardino all’italiana nell’area di Porta Montanara e la pittura dei murales sui muri delle case che le ha anche permesso di entrare a far parte delle “Città dei muri dipinti”. 

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Fantasmi & leggende

Nel comune di Saludecio c’è la frazione di Cerreto,  un borgo che mantiene tuttora le caratteristiche di borgo medievale. È inserito tra i “Paesi fantasma” e il motivo è facile da intuire: non ha quasi più abitanti. 
Le sue origini affondano in epoche lontane, ma la prima testimonianza scritta della sua esistenza risale al 1231, quando fu sottomesso al comune di Rimini; all’epoca contava poco più di una cinquantina di abitanti. Nel XV secolo fu sotto la dominazione Veneziana e poi, sino al 1860, fece parte dello Stato Pontificio.

Il borgo si trova a pochi chilometri dal comune di Saludecio cui appartiene amministrativamente ed è inserito in un contesto paesaggistico e naturalistico di grande bellezza. Una particolarità di Cerreto è il fatto di essere un’enclave al di fuori del comune di Saludecio nei territori del comune di Mondaino.

Chi visita il borgo noterà immediatamente il campanile della chiesa, ex torre civica della città, che svetta alta e intorno è possibile ammirare anche le antiche mura restaurate della vecchia città fortificata. 

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Qui però c’è anche altro che cattura l’attenzione. Sono i suoi riti ancestrali, soprattutto in quel periodo liberatorio che è il carnevale, che qui fa rivivere maschere e costumi d’un tempo. Inoltre sugli abitanti del luogo le leggende si sprecano tramandando la loro proverbiale “ingenuità”. 
A Saludecio alla fine del mese di aprile dove si svolge, da oltre due decenni, la manifestazione dedicata al naturale intitolata Saluserbe. Accanto a mostre, convegni, incontri c’è il Mercatino di Primavera per gli amanti della naturopatia, medicina e cucina alternativa. 

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