Le grotte di Onferno e San Leo proclamate patrimonio mondiale Unesco

Un importante riconoscimento che valorizza e protegge questo patrimonio ambientale unico al mondo

Geändert am: 26-10-2023

21 diplomatici di ogni parte del mondo si sono pronunciati a Riyad (capitale dell’Arabia Saudita) sul riconoscimento alle Grotte di Onferno come Patrimonio mondiale Unesco. Onferno fa parte del sistema delle Aree carsiche e gessose emiliano romagnole, candidate al prestigioso titolo, insieme ad altri siti della provincia di Rimini come alcune grotte presso San Leo.

 

Da oggi, quindi, le grotte e i fenomeni carsici che si trovano nelle rocce evaporitiche (gesso e sale) sono ufficialmente riconosciute come valore universale per le loro caratteristiche di unicità e rappresentatività a livello mondiale.

Un sito seriale composto da sette aree nelle province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna: Alta Valle Secchia (Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano), Bassa Collina Reggiana (Paesaggio Protetto della Collina Reggiana), Gessi di Zola Predosa (sito Natura 2000), Gessi Bolognesi (Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa), Vena del Gesso Romagnola (Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola), Evaporiti di San Leo (sito Natura 2000), Gessi della Romagna Orientale (Riserva Naturale Regionale di Onferno).

Dalla preistoria ai giorni nostri, questi siti sono testimonianza suggestiva dell’antica presenza del mare, là dove oggi si erge la catena appenninica. Luoghi già ora ampiamente riconosciuti e protetti anche dal punto di vista ambientale: un’area dall’estensione di 3.680 ettari (che diventano 8.348 considerando anche le fasce “tampone”) che è tutelata da leggi regionali, nazionali e internazionali dal cui riconoscimento come bene Patrimonio mondiale dell’Umanità può derivare un’ulteriore, importante opportunità di valorizzazione.